RICONOSCIMENTI

Guida 2019: Quattro Baci
Mauro, Anna Rita, e le loro figlie Serena e Chiara, ovvero la semplicità e il calore di una bella famiglia unita, dedita per passione all'attività di ristorazione in una cittadina tanto bella quanto difficile. Mauro accoglie gli ospiti con cordialità e spontaneità, consigliandoli al meglio sulle scelte dei cibi e dei vini, da una cantina molto personale, frutto di esperienza e assaggi (migliaia di migliaia). Anna Rita è una cuoca di belle idee, precisione, manualità e tecnica. Ne sono un esempio concreto tutti i piatti che si assaggiano, e non solo l'ormai noto piccione, a dir poco squisito, ma anche le altre proposte suggerite dal mercato e dall'estro. In carta inoltre, sfizi da intenditori, dal foie gras al Pata Negra e al salmone. Ambiente confortevole; piacevolissimo spazio esterno. Possibilità di acquistare vini e golosità.

Guida 2019: 82/100 Due Forchette
Da un pezzo faro nel panorama non sempre scintillante della gastronomia regionale, l'approdo di punta Orvietano continua sicuro il suo percorso. E, anzichè stanchezza, regala entusiasmo e sapore. Merito della coppia vincente composta da Mauro e Anna Rita. Se al primo va il merito di aver dotato la Sua Creatura di una Cantina sontuosa, di un ambiente elegante e piacevole, di una ricerca continua su materie e idee e, soprattutto, di uno stimolo costante a far meglio, è ad Anna Rita che spettano le lodi per la mano a tratti magica ai fuochi, autrice di abbinamenti sempre più centrati, che si ricordano. In carta tanti piatti ispirati alla stagione e al territorio e infine, prima di dolci all'altezza, la vera delizia del Piccione, ultimi (per ora) capitoli, di una storia gastronomica che promette ancora grandi gioie.

Guida 2019: Corona Radiosa. Top migliori 40 Tavole d'Italia.
In questo bel ristorante a pochi passi dal Duomo di Orvieto regna la passione. All’interno c’è calore, con i tanti quadri alle pareti, i tavoli intimi e un giardino incantevole in cui cenare d’estate. La cucina della chef Anna Rita che spazia tra cielo e mare, ha i piedi ben piantati nel territorio: le materie prime, di stagione, sono rielaborate con arguzia. Siamo stati bene con carpaccio di gamberi rossi di Porto Santo Spirito, burrata, pesto e pomodori secchi e trancio di baccalà, broccoletti in salsa o guazzetto di lumache di vigna e crema di verze. Ai primi ravioli di faraona, pecorino e sugo d’arrosto e cappelletti in brodo di gallina per poi passare a trancio di pesce rombo, crema di finocchi, olive e datteri e piccione in casseruola al Sagrantino Passito e nocciole. Si chiude in bellezza con pere al vino rosso, crumble, gelato alle cinque spezie. In altre occasioni ci hanno emozionato: lumache di vigna croccanti, crema di cipollotti freschi, prezzemolo e funghi Shitake, ravioli farciti di melanzane arrostite, salsa di pomodori Merinda e caprino di Ma’ Falda e trancio di pesce rombo arrostito in leggera panatura aromatica, crema di zucchine e zucchine in padella con pomodorini confit per poi chiudere con spuma di castagne, salsa di cachi, caramello salato. La carta dei vini è ricca, con circa 800 etichette e una selezione di un centinaio di distillati.

Guida 2019:
Passano gli anni ma i Sette Consoli sono sempre lì, un porto sicuro dove rifugiarsi quando il mare è in tempesta. La verità è che di burrasche in Umbria non se ne vedono più tante, anzi il panorama culinario vive un periodo felice, con nuove aperture di successo e con un clima di rinnovato entusiasmo. L’altra verità, comunque, è che i Sette Consoli continuano ad essere al vertice, a tirare il gruppo, a tagliare il traguardo in solitaria. Non sono stanchi, e chissà quando lo saranno mai, Mauro Stopponi e Anna Rita Simoncini. Una cucina sontuosa, di eleganza e autenticità, tecnicamente perfetta, ieratica e in alcuni passaggi indimenticabile da un punto di vista gustativo: Ventresca di tonno, fagioli del Purgatorio e cipolla rossa; Spaghetti aglio, olio e peperoncino, trippe di baccalà e crema di cipollotto fresco; Scamone di vitello rosato, verdure croccanti e fondo di Marsala; il meraviglioso Piccione con ciliegie. La carta dei vini è uno dei tanti motivi per una visita, la sala accogliente e curata come sempre. Si respira la cultura dell’accoglienza e del bien vivre. Ecco, proprio quella, la cultura, è il dettaglio che sorprende di più, figlia di un’arte e di una professionalità che fanno brillare questa “stella umbra” da oltre 25 anni.

Guida 2019: Un Cappello
Ai Sette Consoli forse non si è mai stati così bene. Il segreto? Tenere la Cucina a passo con i tempi senza snaturare un'identità fatta di materie prime ricercate, sapori autentici e tradizioni da conservare, coniugando territorio e modernità. In un ambiente di sobria eleganza, colpiscono i sapori nitidi dell'insalata di testina e lingua di vitello con verdure croccanti in agrodolce, senape e mela verde, l'originalità dei fagottini di coniglio con ratatouille di zucchine e melanzane e lumache alle erbe, il gusto della quaglia disossata farcita al foie gras e tartufo nero con il suo crostino di fegatini. Carta dei Vini che sa esaudire molti desideri, anche al calice.


Guida 2019: Due Forchette e Piatto di Buona Cucina.
In un locale sobrio eppure dal tono signorile, indimenticabili proposte di cucina moderna accanto a richiami del territorio; servizio estivo serale in giardino con splendida vista sul Duomo.

Guida 2019: Diploma di Buona Cucina
In una tranquilla piazzetta, un locale elegante e accogliente, ricavato nella vecchia sacrestia della chiesa di S. Angelo, dove sarete accolti con calore e professionalità dalla giovane coppia di titolari; delizioso il gazebo con vista sul Duomo. Buona cucina del territorio, fedelmente basata sui prodotti di stagione, arricchita da qualche innovazione; in particolare, ricordiamo i cappellacci di melanzane, salsa di pomodori Merinda e ricotta stagionata oppure il piccione con le ciliegie. Pasta e dolci sono fatti in casa; grande cantina e buona selezione di formaggi.
Guida 2019: Ristoranti dell'Umbria - La Repubblica
L’ eleganza della semplicità… Banalmente qui trovate tutto ciò che trasforma un pranzo o una cena in un’ esperienza che lascia il segno.